Descrizione
Il sito di Hombori risale al neolitico. Con questa pietra particolare viene fatta la gioielleria ed in particolare questi bracciali. Questa pietra è una sorta di gneiss nero più o meno venato di quarzo bianco.
Sono ancora indossati e realizzati oggi.
I braccialetti in questione venivano venduti alle etnie Mossi e ai Gurunsi in Burkina Faso, e ai Tuareg e ai Dogon nella zona di Bandiagara in Mali.
Un detto dei Tuareg dice ‘quando il braccialetto si rompe, significa che molte persone parlano male di te”. In risposta alle richieste dei diversi gruppi etnici, gli artigiani hanno prodotto diversi tipi di braccialetti. Esisteva una vera e propria competizione tra artigiani per produrre i pezzi più fini, lucidi e belli. I braccialetti venivano venduti o scambiati con perizomi o cipree (valuta di conchiglie).
I braccialetti rotti venivano riparati e talvolta i frammenti venivano trasformati in ciondoli; il potere magico della pietra rimaneva lo stesso.
I bracciali non sono solo realizzati a Hombori. Officine contemporanee si trovano anche nella regione di Agadez in Niger, dove venivano realizzati braccialetti di altro tipo. Così due gruppi di artigiani, appartenenti a due diverse tradizioni di lavorazione, potevano produrre lo stesso tipo di braccialetto, con stili particolari distribuiti attraverso i popoli nomadi come sono i Tuareg.
Questo bracciale in specifico mostra una grande patina d’uso all’interno quasi tutto su tono nero con qualche meravigliosa venatura di bianco.
Diametro interno cm 7,3
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